L’invecchiamento cutaneo è dovuto sia a fattori esogeni (come l’esposizione al sole e al vento) ma anche a fattori endogeni come le aggressioni ossidative dei radicali liberi, che determinano il cosiddetto cronoaging.
La cute risulta meno elastica a livello epidermico, a causa della ridotta funzione di barriera dello strato corneo, ma anche a livello del derma si determinano fenomeni di invecchiamento che coinvolgono talvolta un’anomalia del microcircolo, dovuto a un assottigliamento dei vasi, e più spesso una netta diminuzione dei componenti principali delle fibre del derma, come i glicolipidi, i proteoglicani e i glicosaminoglicani.

La glucosamina è uno zucchero amminico che rappresenta uno dei principali precursori della sintesi dei glicosaminoglicani e dei lipidi cellulari. È uno dei saccaridi maggiormente presenti in natura essendo uno dei maggiori costituenti del guscio dei crostacei e trovandosi anche nei funghi.
È prodotta commercialmente dall’idrolisi dei gusci dei crostacei. La glucosamina è comunemente impiegata nel trattamento dell’osteoartrite, sebbene la sua attività sia ultimamente stata studiata anche nell’uso topico.


La glucosamina fu identificata per la prima volta nel 1876 da G.Ledderhose ma la sua struttura fu pienamente definita nel 1939 con un lavoro di W.Haworth.
In natura, essa viene convertita naturalmente nella forma glucosamina-fosfato che costituisce il principale precursore della sintesi di glicosaminoglicani, proteoglicani e glicolipidi.
Poiché la formazione di glucosamina-fosfato è il primo passo per la sintesi di queste importanti molecole, la glucosamina gioca perciò un ruolo fondamentale nella regolazione della loro biosintesi.


Come già detto, i glicosaminoglicani (GAG) sono fra i principali componenti dei tessuti connettivi del derma.
Essi sono composti da lunghe catene polimeriche formate da un concatenamento lineare di saccaridi e tra questi figurano per esempio l’acido D-glucuronico e gli amino-zuccheri glucosamina e galattosamina. Essi possono essere acetilati o solforati. Quando nella molecola sono presenti elevate quantità di acido solforico e di acido glucuronico, i GAG sono fortemente acidi.


Il più importante GAG presente nel derma è l’acido ialuronico, non solforato e sintetizzato dalla glucosamina, mentre quelli solforati sono presenti in tessuti non connettivi, come ossa o cartilagini.


La biodisponibilità di glucosamina regola quindi la biosintesi di acido ialuronico.


Tuttavia, la glucosamina prodotta per via endogena diminuisce con l’invecchiamento il che comporta nel medio termine una conseguente perdita di turgore, elasticità e idratazione della pelle a causa della ridotta quantità di acido ialuronico prodotto.
Risulta perciò importante integrare la carenza fisiologica di glucosamina, che determina un indebolimento della pelle e la formazione di rughe e inestetismi, con un apporto esogeno sulla cute.
In un altro articolo pubblicato su questo sito, abbiamo visto come l’utilizzo di fosfatidilcolina nelle formulazioni topiche porti a un duplice vantaggio e cioè a favorire la riparazione dei danni di membrana e alla possibilità di veicolare attivi in situ dove la loro efficacia si manifesta maggiormente.


Questo ultimo aspetto può essere convenientemente usato nella formulazione di emulsioni che contengono il tandem fosfatidilcolina – glucosamina in quanto l’attività di quest’ultima risulta di molto supportata dalla veicolazione operata dalla prima.


Ciò può essere molto utile nella prevenzione e nel trattamento degli inestetismi cutanei dovuti all’invecchiamento, nonché in quelli prodotti in particolari situazioni di stress (come esposizione al sole, al vento o mancanza di un sufficiente periodo di riposo).


Il più grosso problema infatti, nella formulazione di prodotti cosmetici, o più in generale di prodotti per uso topico, è riuscire a fare arrivare i componenti attivi la dove servono.
E’ noto, peraltro, come l’attività di barriera esercitata dallo strato corneo, il più superficiale degli strati dell’epidermide, rappresenti un ostacolo naturale, uno sbarramento, alla penetrazione di molecole attraverso strati più interni.
Il “rovescio della medaglia” di questo naturale effetto di grande protezione dell’assetto cutaneo si rivela una complicazione nel caso di voglia far penetrare prodotti negli strati più profondi.
La glucosamnina, se combinata con un complesso fosfolipidico in grado di attraversare lo strato corneo, viene veicolata dalla fosfatidilcolina fino al derma intervenendo così in maniera efficace nella modulazione della biosintesi dei glicosaminoglicani in generale e dell’acido ialuronico in particolare migliorando, anche nel breve, il tono cutaneo e contrastando i fenomeni di invecchiamento.


Dr. Massimo Perrone
Chimico Cosmetologo