di Giuseppe Parodi Poichè il capello non va incontro a possibili problemi oncologici, dal punto di vista medico la fotoprotezione non ha ragione di esistere. Tuttavia dal punto di vista estetico, le radiazioni solari possono danneggiare il fusto del pelo provocando una rottura dei ponti disolfuro che contraddistinguono la cistina, determinando la comparsa di ossimelanina e indebolendo il fusto del capello.
I pigmenti naturali presenti nel capello umano (la eumelanina e la feomelanina, contenuti nella corteccia all’interno di una matrice proteica amorfa) assorbono le radiazioni ultraviolette e in questo modo contribuiscono a mantenere intergra la struttura del pelo.

Attualmente la ricerca ha sempre più concentrato i suoi sforzi per individuare nuove sostanze che possano a ssorbire anche le radiazioni uva, visto il considerevole danno che questo tipo di radiazione può provocare, sia dal punto di vista oncologico che di quello del fotoinvecchiamento. Tuttavia la fotoprotezione del capello, attualmente ottenuta con i filtri UVB tradizionali contenuti nei classici prodotti dell’industria (balsami, hair spry, ecc.) si presenta come un problema di non facile soluzione: inanzitutto per l’incapacità del filtro solare di aderire alla cuticola del pelo, secondariamente perchè un filtro solare applicato in maniera corretta facilmente danneggia l’aspetto del capello rendendolo opaco o grasso. Di qui la necessità di eseguire una fotoprotezione del capello con un meccanismo diverso e possibilmente attraverso la struttura intima del pelo stesso.

La scoperta che i capelli bianchi e grigi sono molto più suscettibili di essere danneggiati attraverso la rottura dei ponti disolfuro ha portato al concetto che è possibile preservare l’integrità del capello tramite pigmenti sintetici depositati nella cuticola e nella corteccia tramite le tinture per capelli.

E’ stato visto che un capello tinto con tintura semipermanente dopo 4 giorni di esposizione ai raggi UV si presenta meno danneggiato rispetto ad un capello non sottoposto a tintura; in particolare i pigmenti rossi offrono più protezione dei pigmenti blu per il maggior spettro di assorbimento. Ancora maggiore risulta il grado di protezione delle tinture permanenti, che penetrano più in profondità anche se queste ultime possono danneggiare il capello attraverso il perossido di idrogeno.

Pertanto è da sconsigliare la tendenza da parte di un certo numero di donne mature di schiarire completamente i capelli per combattere la canizie; se esse amano esporsi al sole e all’aria aperta, ciò le espone ad un maggiore danneggiamento da parte delle radiazioni UVA.

Dr. Giuseppe Parodi
Dermatologo a Genova