di Salvador Gonzàlez Leggi questo articolo in lingua inglese
A partire dagli anni ’60 si è iniziato a prendere atto dei danni prodotti dalle radiazioni solari. Da allora, gran parte della ricerca è stata indirizzata allo studio della fotoprotezione e di sistemi fotoprotettivi efficienti che fossero in grado di ridurre il rischio di sviluppare tumori cutanei. Un fotoprotettore ideale dovrebbe possedere alcune proprietà, inclusa l’assenza di qualsiasi effetto indesiderato e la capacità di proteggere la cute nei confronti del più ampio spettro possibile di radiazione elettromagnetica in grado di raggiungere la superficie terrestre. Sarebbe auspicabile un fotoprotettore sistemico, sicuro ed efficace, che garantirebbe una protezione cutanea ottimale e completa nonché un utilizzo a scopo preventivo a livello della popolazione generale. Inoltre, un fotoprotettore sistemico non sarebbe soggetto a rimozione a seguito di bagno, sudorazione o detersione.
Tra le sostanze ad azione fotoprotettiva sistemica, una particolare attenzione deve essere data all’estratto idroalcolico di una felce, il Polypodium leucotomos (PLE). Per oltre due secoli, una felce tropicale appartenente alla famiglia delle Polypodiaceae, è stata usata dagli indiani dell’America Centrale e del Sud America, nella medicina popolare come trattamento per i disturbi infiammatori e per altre patologie cutanee. La distribuzione geografica del PLE è tra i 700 e 2500 metri di altitudine nella regione delle Ande del Sud America e dell’America Centrale. Attualmente è coltivata in Honduras vicino al lago Yohoa ed è disponibile in commercio in molte nazioni europee.
L’estratto di Polypodium leucotomos ha dimostrato di possedere proprietà antiossidanti e scavenger dei radicali liberi nonché attività inibitorie dei processi di perossidazione lipidica delle membrane cellulari. In modelli sperimentali nell’animale, l’applicazione topica del Polypodium leucotomos sia prima sia dopo esposizione alla luce UV, riduce in maniera significativa il processo di elastosi, segno tipico del fotoaging dermico, e il numero di tumori cutanei. I nostri studi nell’uomo hanno anche dimostrato che la sua somministrazione per via orale determinava effetti fotoprotettivi nei confronti della radiazione UV riducendo l’eritema da scottatura. Dal punto di vista istologico, si è osservata una significativa riduzione delle sunburn cells, del danno al DNA cellulare (formazione dei dimeri di timina) e il mantenimento numerico della cellule di Langerhans. Inoltre, il Polypodium leucotomos blocca anche la proliferazione epidermica indotta dalla radiazione UV e riduce l’infiltrazione dei mastociti.

Salvador Gonzàlez, M.D., Ph.D.
Department of Dermatology
Massachusetts General Hospital
Boston, USA