di Giuseppe Parodi La pratica dei tatuaggi, sempre più frequente, pone al dermatologo plastico dei problemi non solo relativi alla richiesta di rimozione (che deve avvenire tassativamente con laser q-switch) ma anche complicazioni di carattere squisitamente dermatologico.
Molto più rare rispetto al passato le infezioni trasmesse col tatuaggio, visto che la maggior parte di questi sono eseguiti da tatuatori professionisti che lavorano in ambienti garantiti dal punto di vista sanitario e utilizzano aghi elettrici.

La complicanza più frequente è costituita dalla sensibilizzazione ai pigmenti contenuti nel tatuaggio, che si manifesta sotto forma di lesioni eritematose o eritematovescicolose che configurano una dermatite allergica o fotoallergica. Tali lesioni si possono manifestare a distanza di poche settimane o di anni dalla inoculazione del pigmento. L’allergene maggiormente responsabile di queste reazioni è il solfuro di mercurio, il maggiore costituente dei pigmenti di colore rosso. Nonostante sia stato sostituito con pigmenti alternativi, si continuano ad osservare reazioni allergiche al colore rosso, anche nel caso di pigmenti di origine vegetale, caratterizzate tra l’altro dalla negatività dei test epicutanei.

I pigmenti di colore giallo (a base di solfuro di cadmio) sono responsabili di reazioni fotoindotte. Tuttavia anche i pigmenti di colore rosso possono dare questo tipo di reazione, in quanto possono contenere cadmio per effetto schiarente. Meno frequente l’allergia ai colori verde, blu e il nero. Il verde è associato a reazioni eczematose locali in quanto può contenere tracce di cromo;tali reazioni avvengono preferibilmente in soggetti già sensibilizzati al bicromato di potassio. I pigmenti blu possono invece contenere cobalto. Molto rare le reazioni allergiche al nero;in letteratura sono riportati casi di pazienti allergici alle particelle di carbone.

In letteratura sono descritte anche reazioni granulomatose provocate dal tatuaggio sia con aggregati di cellule giganti che di cellule epiteliodi. Tali reazioni sono in genere dovute al pigmento di colore rosso (mercurio) tuttavia sono riportate anche reazioni al cromo (verde) e al cobalto (blu). Generalmente tutte queste reazioni sono associate a negatività ai test epicutanei.

Più rare e quasi esclusivamente legate al colore rosso, sono le reazioni di tipo lichenoide caratterizzate dalla comparsa di placche verrucose (tipiche del lichen ipercheratosico) nella sede di iniezione del pigmento. Infine tra le reazioni da tatuaggio non vanno dimenticate quelle pseudolinfomatose, consistenti in noduli duri di colore rosso violaceo o placche simili ai linfomi cutanei B; esse si localizzano in genere nelle porzioni rosse del tatuaggio.

Un altro aspetto particolare è costituito dalla possibilità che determinate dermatosi (psoriasi,lichen, ecc.) si localizzino nella sede del tatuaggio, senza alcuna predisposizione di colore. Non è chiaro se ciò sia dovuto ad un fenomeno di Koebner o ad un locus minoris resistentiae che predispone alo sviluppo della malattia.

Dr. Giuseppe Parodi
Dermatologo Plastico a Genova